toneelschuur

parallelismi – XV Napoli comicon

Scorrendo il blog di Andrea Alberghini mi sono imbattuta in testo che accompagnava l’esposizione al XV Napoli Comicon (aprile 2013). Essendo il tema dell’evento, il testo tocca molti dei punti che ho analizzato fin ora, aggiungendo alcuni nomi e spunti che sarà il caso di approfondire!

Se definiamo l’architettura come quel dispositivo che permette ai singoli e alla collettività di rappresentarsi in un contesto sociale, il rapporto che questa arte intesse con i linguaggi d’immagine ci appare in tutta la sua evidente e vertiginosa ricchezza.
In particolare il fumetto condivide con l’architettura lo strumento generativo primario: il disegno.
Se è pur vero che il fine ultimo dell’architettura è quello di costruire e trasformare il mondo in un luogo sperabilmente migliore, il disegno di architettura assolve a una funzione altra ma propedeutica, quella di prefigurare il risultato di tale trasformazione traducendone in immagine le aspirazioni ideali, oltre a essere un potente strumento di critica e riflessione teorica.

 

Le Corbusier - Ville contemporaine de trois millions d'habitants (1922)

Le Corbusier, Ville contemporaine de trois millions d’habitants (1922)

(altro…)

Mas Context:Narrative _Swarte’s Mystery Theater

Koldo Lus Arana, intervista Joost Swarte

De Toneelschuur. Sketch for the Box Office, 2000 Joost Swarte

De Toneelschuur. Sketch for the Box Office, 2000 Joost Swarte

Nato a Heemstede, Paesi Bassi, nel 1947, Joost Swarte è un artista per eccellenza, il cui stile clare lign (un termine fondamentale nel mondo dei fumetti che ha coniato lui stesso) ha influenzato diverse generazioni di fumettisti. Inizia come studente di design industriale, ma presto si spostata sul fumetto e sull’illustrazione, sia come autore, il cui lavoro è stato esposto in riviste come HUMO, RAW, The New Yorker, e Abitare; sia come editore, fondando la rivista a fumetti Modern Papier e la casa editrice olandese Oog & Blik; sia come promotore di cultura, essendo uno dei fondatori della Stripdagen, un evento biennale internazionale di fumetti che si tiene ad Haarlem. Usando i fumetti come base, Swarte ha costruito una carriera impressionante che non lascia nessun campo inesplorato, dalla grafica (copertine di riviste, ex libris, francobolli, e vetrate) alla progettazione di mobili e, più interessante, all’architettura. Dalla fine del 1990, quando è stato contattato per progettare il Toneelschuur, un nuovo teatro per la sua città natale Haarlem, costruito in collaborazione con Mecanoo, Swarte ha sviluppato una parallela, crescente carriera come consulente nella progettazione architettonica.

(altro…)

Mas Context:Narrative _edifici e le loro rappresentazioni crollano l’uno sull’altro

Un saggio di Mélanie van der Hoorn

Maison de vair, 2012  Alexandre Doucin

Maison de vair, 2012 Alexandre Doucin

Condurre ricerche sui “fumetti architettonici” è un’attività molto piacevole. In primo luogo, perché la ricchezza e la diversità di questi fumetti è incredibile; e in secondo luogo, perché i loro autori sono generalmente molto disponibili e felici di raccontare diffusamente la loro realizzazione. Il termine “fumetti architettonici” qui si riferisce a storie a fumetti in cui l’architettura svolge un ruolo di primo piano, la maggior parte dei quali sono stati effettuati o commissionati da architetti. In termini di contenuto, il fumetto consente agli architetti di presentare un progetto o un concetto o per esprimere un punto di vista critico. In termini di dimensioni, i fumetti variano da una singola immagine in cui una storia completa è raccontata, a interi libri di 300 pagine e anche di più. Alcuni appaiono come pubblicazioni sul web, altri come libri “veri” o come parte di una mostra. Stilisticamente, possono essere disegnati a mano, renderizzati al computer, costituiti da una serie di fotografie, opere d’arte ad acquerello, o vari altri documenti. Per la maggior parte degli architetti che hanno osato provare un’esperienza con fumetti, una tale escursione al di fuori della loro disciplina significava molto.

(altro…)

Mas Context: Narrative _Fumetti e Architettura / Fumetti in Architettura

Un (mica tanto) breve resoconto delle interazioni tra architettura e narrativa grafica

un saggio di Koldo Lus Arana

20_comics_architecture_cover

“È vero che i mass media propongono in misura massiccia e senza discriminazioni vari elementi di informazione in cui non viene distinto il dato valido da quello di pura curiosità e di trattenimento; ma negare che questa accumulazione di informazione possa risolversi in formazione, significa professare una concezione alquanto pessimistica della natura umana e non credere che una accumulazione di dati quantitativi non possa risolversi, per alcuni, in mutamento qualitativo.”
Umberto Eco, Apocalittici e Integrati
 
“Perche’ volete trarmi da ogni parte, o illetterati? Non per voi ho scritto, ma per chi puo’ capirmi. Uno vale per me centomila, e nulla la folla” 
Eraclito da Efeso

(altro…)

Ho chiesto informazioni sul TONEELSCHUUR…

Vorrei poter dire che sarà l’ultima volta in cui parlerò del Toneelschuur, ma credo che non sarà così. Mi piace moltissimo, è un esempio isolato di progettazione affidata ad un fumettista, e le informazioni che ho trovato non mi soddisfano.

Così il mese scorso ho scritto a James Brown che nel 2007 aveva intervistato sia Swarte che Doll e gli ho chiesto il “non scritto” della sua intervista, ossia le sue impressioni, il suo parere da studente di architettura (ormai professore), sul processo progettuale di Swarte e la reazione di Doll a questo approccio.

Bene, mi ha risposto!

Riguardo a Swarte la sua impressione è stata che si approcciasse al Toonelschuur come abitante di Haarlem e come fumettista, e che nella progettazione abbia messo tanto dello story-teller. Questo in quanto i disegni che ha prodotto non erano piante sezioni prospetti ecc, ma viste “3D” degli interni e degli esterni che mostravano delle persone all’interno del teatro, che lo vivevano, lo utilizzavano come sarebbe stato poi utilizzato nella realtà.

“Compare with architects, who might normally paste in Photoshop some 50%-opaque photographs of people, the same ‘pixel ghosts’ that they use in all their graphical renderings!”

Purtroppo ha dimenticato molto dell’esperienza con Doll..quindi lo contatterò personalmente e cercherò di carpire informazioni anche da lui!

 

ancora TONEELSCHUUR THEATER

Allora, sono pronta a dire di più sul Toneelschuur! Ho letto l’intera intervista che ha fatto James B. Brown a Swarte, non paga sono andata a leggere quella fatta a Doll, sperando che spiegasse di più le differenze “metodologiche” tra il lavorare tra architetti e con un illustratore. Poi frugando nel web ho scovato un’intervista a Swarte pubblicata sul The Comic Journal che mi ha aiutato ulteriormente a capire la vicenda (e soprattutto a capire che non avrei trovato nulla su quello che mi interessava).

Ciò che mi interessava capire di più era il processo progettuale utilizzato da Swarte. Capire se e come il suo essere un fumettista avesse influenzato il suo modo di progettare. L’inizio della vicenda l’ho già raccontato, si è preso una settimana prima di accettare per vedere se sarebbe stato in grado di risolvere alcune grandi problematiche del progetto.Ci è riuscito, l’ha progettato. Il problema che ha cercato di risolvere per primo è stato come far arrivare nel centro storico mega camion per le scenografie, così ha pensato subito a quello. Poi aveva l’idea del collage percui (se ho capito bene) ha progettato le singole funzioni, i singoli luoghi del teatro separatamente per poi assemblarli. E’ andato spesso sul posto per disegnare e sicuramente sono venuti prima i disegni e poi le considerazioni a livello di misure a dimensioni reali.

508971e1ac41fe76c4eadffffd3f884c

Ma fondamentale è fare un passo indietro e sapere che l’idea di una nuova sede per il teatro, si collocava in un momento in cui i politici della città avevano problemi più urgenti e quindi la richiesta di finanziamenti per il Toneelschuur sarebbe stata tralasciata. Così l’idea fu quella di considerare l’edificio già fattibile, già approvato, completo di immagini e disegni da proporre successivamente ai politici. Per questo la scelta ricadde su Swarte, già conosceva il teatro, il suo carattere, era l’uomo perfetto per disegnarne l’immagine. Bene, tutta la fase di progettazione in singola di Swarte durò credo un anno, dopo il quale fu organizzato un evento al quale furono invitati anche politici e possibili finanziatori. Fino a quel momento nessuno sapeva di questo progetto. E per la presentazione Swarte aveva preparato un portfolio di 4 serigrafie atte a spiegare il progetto, e immagini, video e musiche che lo potessero rappresentare. E il progetto era lì, finito, completo, lo si poteva “vedere”, era stato prodotto anche un libro sul progetto, Swarte stava vendendo un prodotto. Più facile vendere un prodotto che un’idea. E così (più o meno) fu approvato.

toneelschuur3

Entra ora in gioco lo studio Mecanoo, e in particolare Doll. Perche era il momento di rendere realizzabile il progetto di un fumettista. Si accordarono, tirarono giù un contratto per mettere nero su bianco il fatto che Swarte avrebbe partecipato attivamente al progetto di “adattamento” di quel che aveva disegnato. E così fu.

Nei primi incontri così individuano i punti critici del progetto (Swarte oltre a serigrafie ed illustrazioni, aveva disegnato anche piante e sezioni) e trovato nuove soluzioni con conseguenti modifiche, anche grosse dice Swarte.  E per lui un apporto importante del suo collaborare anche in questa fase, è stato che nei meetings settimanali, mentre si parlava delle modifiche, lui già le disegnava, nel mentre, sapeva subito darne un’impressione (cosa che forse ad oggi otteniamo progettando al pc).

Doll, poi, dice che molto del progetto disegnato da Swarte erano impressioni, suggestioni e nel modificare il progetto bisognava fare attenzione a mantenere le stesse atmosfere, le stesse sensazioni degli ambienti. E sicuramente non essendo del mestiere, Swarte ha pensato ad ogni cosa, ogni singola soluzione era stata ragionata, anche la più insignificante.

toneelschuur5

 

Ecco: queste sono le cosè che ho ritenuto più inerenti all’argomento, nelle interviste complete c’è molto di più, su molte più cose e sono comunque molto interessanti.

Ho anche scoperto che Swarte ha continuato a collaborare con studi e a progettare, dopo il Toneelschuur ha poi realizzato un altro grande progetto, il Museo di Hergè.

Prossimamente mi occuperò di questo edificio.

Alla prossima.

Toneelschuur Theatre di Joost Swarte e Henk Doll

Quest’ultima settimana mi sono occupata di leggere la tesi di James Benedict Brown, The Comic Architect, perchè mi ci ero imbattuta e dall’introduzione, dalla sua “dichiarazione d’intenti” mi sembrava essere parecchio utile. Francamente non mi è stata particolarmente d’aiuto (forse avevo troppe aspettative), ma mi ha dato una panoramica sulla storia degli inizi del rapporto fumetto/architettura e mi ha messo davanti al Toneelschuur Theatre.

Il Toneelschuur Theatre, ad Haarlem, è uno storico teatro d’avanguardia a quindici minuti da Amsterdam. Nell’aprile del 1995, l’illustratore e fumettista Joost Swarte è stato invitato a progettare la nuova sede per il Teatro. Lavorava già da una decina di anni come grafico per il teatro, ma non aveva mai progettato un edificio prima, né aveva mai ricevuto alcuna formazione architettonica. Swarte ha accettato la proposta, ma prima si è preso una settimana per testare la il suo cervello.

“Ho usato questa settimana per vedere se avevo il cervello architettonico sufficiente per risolvere grandi problemi. Quindi quello che ho letto dalle direttive era la superficie delle diverse sale, il collegamento tra le camere. Si doveva avere un garage, due teatri, due sale cinematografiche, una hall, una caffetteria, uffici, ecc… non si poteva andare più in alto di 12 metri, c’erano tutte queste limitazioni. Così ho pensato che se fossi riuscito a trovare una soluzione in una settimana, poi avrei considerato il mio cervello abbastanza architettonico per continuare e dire di sì.”

 

Beh, il suo cervello ce l’ha fatta, e ha sviluppato un progetto per il teatro che, con l’aiuto dell’architetto Henk Döll, sarebbe diventato un segno memorabile, coerente e pratico per il nuovo teatro. L’edificio sia il primo esempio di un importante edificio pubblico principalmente progettato da un fumettista.

Il Toneelschuur invita poi Henk Döll di Mecanoo Architects ad aderire al progetto, e di lavorare con Joost Swarte per realizzare il progetto. Così comincia la collaborazione, con un disegno di quello che avrebbe dovuto essere il teatro, completamente a cura di Swarte, che viene sottoposto poi a Doll. E la cosa era fattibile. La disposizione principale era a posto, c’erano solo un paio di problemi da risolvere nel progetto del fumettista: lo spostamento, i percorsi per le “grandi folle” erano un po’ complessi,  mancava una parte dedicata alle “infrastrutture tecniche”, scale di servizio che collegassero tutti i teatri per esempio. Joost proponeva anche di lasciare alcune delle facciate preesistenti (siamo nel centro storico di Haarlem) ma di fatto non avevano alcun ruolo, semplicemente l’edificio si sviluppava dietro ad esse.

La collaborazione tra artista e architetto fu un tale successo che Swarte ha successivamente contribuito o partecipato alla progettazione di diversi altri edifici, tra cui la Johannes Enschedé Hof (1999 – 2007), un progetto abitativo su un appezzamento di terreno adiacente al Toneelschuur.

Questo è quanto ho potuto apprendere da Comics Architet. James Brown ha però intervistato personalmente sia Henk Doll che Joost Swarte, per la prossima ora mi occupero della suddetta intervista, sperando che ci sia qualcosa di più riguardo al primissimo processo di ideazione!

 

Immagine

toneelschuur2

 

25326

toneelschuur1