Mostre/Eventi

parallelismi – XV Napoli comicon

Scorrendo il blog di Andrea Alberghini mi sono imbattuta in testo che accompagnava l’esposizione al XV Napoli Comicon (aprile 2013). Essendo il tema dell’evento, il testo tocca molti dei punti che ho analizzato fin ora, aggiungendo alcuni nomi e spunti che sarà il caso di approfondire!

Se definiamo l’architettura come quel dispositivo che permette ai singoli e alla collettività di rappresentarsi in un contesto sociale, il rapporto che questa arte intesse con i linguaggi d’immagine ci appare in tutta la sua evidente e vertiginosa ricchezza.
In particolare il fumetto condivide con l’architettura lo strumento generativo primario: il disegno.
Se è pur vero che il fine ultimo dell’architettura è quello di costruire e trasformare il mondo in un luogo sperabilmente migliore, il disegno di architettura assolve a una funzione altra ma propedeutica, quella di prefigurare il risultato di tale trasformazione traducendone in immagine le aspirazioni ideali, oltre a essere un potente strumento di critica e riflessione teorica.

 

Le Corbusier - Ville contemporaine de trois millions d'habitants (1922)

Le Corbusier, Ville contemporaine de trois millions d’habitants (1922)

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Mas Context: Narrative

Durante le mie ricerche mi sono imbattuta più volte in questo numero di Mas Context, dopo due o tre volte ho deciso di scaricarlo (gratuitamente dal sito), ma è rimasto lì, solitario non-letto sul mio desktop.

Il perchè è semplice, fatico a leggere in inglese, ricordo con meno precisione ciò che leggo e rimango spesso con la sensazione di non aver compreso appieno le sfaccettature rese magari dalla scelta di alcune parole piuttosto che altre.

Però oltre a ritrovarmelo ovunque, ora anche i vari personaggi con cui sono in contatto me ne consigliano la lettura, ultimo tra questi Klaus, e allora mi sono detta “si, facciamolo”.

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Architectural Strips

Mi sono imbattuta  in questa mostra tenuta a Milano nella Galleria Menphis, nel 1987: Architectural Strips. Ne ho letto il nome in Bricks & Balloon.

Non ne so molto di più, ho trovato che è stata curata da Barbara Radice e di lì ho scovato il catalogo: Architectural Strips. Disegni e strisce di architettura e design, Menphis, Milano, 1987.

Ho trovato questo, dice poco e niente, ma più che altro niente. Non ho trovato il catalogo da nessuna pare, eppure ho cercato! Dubito che sia fondamentale alla mia ricerca, però è la prima volta (non ho trovato nulla di precedente) in cui si mettono insieme Architettura e Fumetto. Sarà stato un lavoro acerbo e forse distante da quello che è oggi questo binomio, però cavolo m’interessa! Vorrei leggerlo e non posso, è frustrante.

Archi & BD, La Ville Dessinée

Devo ancora leggerne il catalogo, diciamo che il fatto che sia in francese mi frena un po’ ma bisogna solo iniziare, poi con un po’ di fantasia e rimembranze di vacanze francesi, nonchè un buon vocabolario alla mano, ce la farò!

Comunque, è una mostra del 2010 realizzata alla Citè de l’architecture & du patrimoine di Parigi. Viene trattato (all’interno di una grande manifestazione internazionale!) il tema di fumetto e architettura. Per quel che ho potuto capire fino ad ora, è decisamente di taglio urbanistico, guarda alle città rappresentate e immaginata nei fumetti. Analizza da Paperopoli alle metropoli avvenieristiche delle archistar.

Troviamo un discorso legato ai “giovani architetti” (mi mettono sempre un po’ i brividi le definizioni tipo giovani-qualcosa, che vuol dire giovani, cosa sott’intende giovani?vabbe…) e l’uso del fumetto come metodo di rappresentazione dell’architettura e dei progetti. In realtà utilizzano il termine “linguaggio”, ma per l’uso che ne viene fatto, trovo più idoneo “metodo di rappresentazione”. Il linguaggio è qualcosa di più esteso.

Nonchè l’attribuzione ai fumettisti della capacità di precorrere i tempi. «Gli autori e i disegnatori sono come dei sismografi. Captano gli sconvolgimenti storici, sociali e architettonici del loro tempo», sostiene il curatore della mostra parigina, Jean Marc Thévenet.

qui c’è un articolo de La Repubblica dove si parla della mostra “Metropolis la città fantastica Cinema & fumetto architetture per mondi futuri” e qui uno de Il Sole 24 Ore “Chi è l’archistar di Paperopoli?”

Fa davvero così strano parlare di Architettura e Fumetto?